La Grecia è uno stato dell'Europa meridionale, il cui territorio coincide in gran parte con l'estremo lembo sud della penisola balcanica. È considerata la culla della democrazia, del pensiero e della civiltà occidentale.

Confina a Nord con Albania, Macedonia e Bulgaria, oltre che con la Turchia a nord-est.
Il nome originale della Grecia in lingua greca è Ελλάς = Ellás .


La religone cattolica in Grecia

La Chiesa cattolica greca è parte della Chiesa Cattolica universale, sotto la guida spirituale del Papa e della Santa Sede.
In base alla Costituzione nazionale, la comunità cattolica greca costituisce una minoranza religiosa (ma non etnica). Ai cattolici greci si aggiungono un anche maggior numero di cattolici stranieri stabilitisi in terra ellenica per diverse ragioni, che contribuiscono quindi a creare una comunità cattolica di circa 200.000 unità.
La maggior parte di essi (circa il 40%) si concentra nella megalopoli di Atene. Un cospicuo numero si trova nelle isole Cicladi, soprattutto Siros (8.000) e Tinos (3.000), ma anche a Salonicco, Volos, Kavala, Corfù, Patrasso, Giannitsa e in altre città della Grecia continentale.


Inomma in poche parole l'ortodossia esprime un intimidazione nei confronti delle religioni diverse da quelle ortodossa.

Piana degli Albanesi

*L'isola nell' isola* Piana degli Albanesi (in "Arbërisht" Hora e Arbëreshëvet; in "Siciliano" Chiana) è distante 30klm da Palermo.
È la più importante e popolata comunità Arbëreshë della Sicilia e sede vescovile dell'Eparchia bizantina. L'amministrazione comunale utilizza nei documenti ufficiali anche l'albanese.


Fondata nel 1488 da un gruppo di esuli
greco-albanesi, guidati da Giorgio Kastriota Skanderberg, in fuga dall' Albania(Morea) ove vi era l'invasione da parte dell'Impero turco ottomano musulmano. Nel corso dei secoli gli abitanti di Piana degli albanesi seppero conservare gelosamente le proprie radici culturali quali il rito bizantino greco ,di cui va fiera, la preziosa lingua, le tradizioni, e i costumi femminili ric­camente ricamati.


Realta dinamica e vitale, è
consapevole di dover difendere quanto gli avi albanesi, con paziente e ostinata tenacia, hanno saputo tramandare in oltre cinque secoli. *Rappresenta, con gli altri paesi Arbëreshe dell' Italia meridionale, un patrimonio UNICO.


SCENA POLITICA DELLA SERBIA

State ascoltando la nostra rubrica La Scena politica della Serbia. Lo scorso martedi’ il Presidente della Serbia ha presentato la domanda per l’ottenimento della candidatura ufficiale per l’adesisone all’Unione euroea. Alcuni rappresentanti politici ed esperti ritenevano che la domanda non doveva essere presentata prima dello scongelamento dell’accordo sulla stabilizazione e l’associazione con l’Unione. Pero’, la candidatura serba e’ stata appoggiata dalla Svezia, la quale ha la presidenza di turno dell’Unione europea, e dalla Spagna, la quale subentrera’ alla Svezia il 1 gennaio del 2010.

Il presidente Tadic ha detto che la consegna della domanda serba pere l’ottenimento della candidatura ufficiale per l’adesione all’Unione europea e’ un evento storico per la Serbia. Nel periodo di alcuni anni il nostro paese adempiera’ a tutte le condizioni necessarie per l’adesione. Le autorita’ serbe faranno il loro meglio per arrestare i latitanti che sono accusati dal tribunale dell’Aja, ha dichiarato Tadic. Il premier svedese Frederick Reinfeld ha espresso la soddisfazione perche’ ha ricevuto in persona la domanda serba. Egli ha detto che le integrazioni europee della Serbia rappresenteranno un passo importante verso la stabilita’ del vecchio continente.

Gli esponenti politici ed analisti ricodano che la Serbia dovra’ percorrere una strada lunga e difficile. Il suo sistema giuridico dovra’ essere allineato con quello dell’Unione. I media hanno ricordato la scorsa settimana che anche alcuni dei paesi della nostra regione che hanno presentato la stessa domanda stanno aspettando ancora la risposta positiva, perche’ le trattative con l’Unione europea durano a lungo e sono difficili. Le nostre autorita’ politiche donvranno rispondere a 4 mila domande dell’Unione europea, la quale valutera’ se il nostro paese sia in grado o meno di progredire sulla strada dell’adesione e con quale dinamnica potrebbe avvicinarsi alle sue istituzioni. Una delle condizioni fondamentali e’ la piena collaborazione con il tribunale dell’Aja. Se Belgrado non chiudera’ con successo questa collaborazione, probabilmente l’accordo sulla stabilizzazione e l’associzione non sara’ ratificato, ritengono gli esperti. Essi pero’ condividono il parere che la presentazione della candidatura era una buona decisione, perche’ in questo modo Belgrado ha dimostrato la sua determinazione. L’Europa dara’ la sua risposta probabilmente in primavera. La domanda serba sara’ inserita nell’ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio dei ministri. Se sara’ appoggiata da tutti i 27 paesi membri dell’Unione, essa sara’ inoltrata alla Commissione europea. La decisione serba di consegnare la domanda e’ stata appoggiata da molti paesi, includendo l’Italia, la Francia, la Grecia e la Spagna, mentre la Gran Bretagna e l’Olanda hanno espreso il parere che la consegna della domanda serba era una decisione precoce. Il premier Mirko Cvetkovic ha epsresso il parere che Belgrado ha fatto un passo importante verso l’adesione all’Unione europea. La presidentesa del parlamento Slavica Djukic Dejanovic ha ricordato che il parlameno ha varato piu’ di 300 leggi, in primo luogo quelle giuridiche, che sono in linea con la normativa europea. Sono importanti pure le leggi che hanno rafforzato la lotta alla criminalita’ organizzata, la difesa, la tutela dell’ambinete, l’agricoltura, l’educazione e il sistema sanitario. Presentando la nostra candidatura, abbiamo accettato di svolgere le nostre attivita’ secondo una precisa dinamica, la quale dovra’ essere rispettata, ha dichiarato la Djukic Dejanovic. Il governo ha comunicato che il processo dell’adesione all’Unione europea incentivera’ la realizzazione delle riforme politiche ed economiche nel nostro paese.

fonte : http://glassrbije.org/

Isole del Golfo Saronico Grecia

Nel Golfo di Sardonico vicino ad Atene ci sono le isole Salamina, Egina, Hídra, Spétses e Póros . Salamina costituisce quasi un sobborgo della capitale, mentre le altre sono molto frequentate data la bellezza paesaggistica e le sue caratteristiche strutture architettoniche. Di queste merita di essere citata sicuramente Hidra, dove tutti i mezzi a motore sono vietati e che è stata meta ambita di artisti e personaggi del jet set in Grecia

Le isole Ionie della Grecia

Le isole che compongono l’arcipelago delle Ionie in Grecia, sono le uniche a non trovarsi nel mar Egeo. Le sette isole principali sono: Corfù, considerata da molti una delle più belle isole della Grecia, Paxí, Kefaloniá, Zákynthos (Zacinto), Itháki (Itaca), Lefkáda e Kythira.

Meteore in Grecia

I monasteri delle Meteore, situati in Tessaglia, sono uno dei panorami più indescrivibili della Grecia continentale. Costruiti dentro e in cima a enormi pinnacoli di roccia liscia, fornirono ai monaci un rifugio dai massacri che segnarono il tramonto dell'impero bizantino anche grazie al fatto che gli edifici più antichi del complesso erano raggiungibili solo attraverso scale a pioli articolate e mobili.

Limiti di velocità in Grecia

Limiti di velocità (Km/h) :


Veicolo:
Autovetture
Strade urbane: 20-50
In autostrada: 120 Km/h
Strade a scorrimento veloce: 110 km/h
Altre reti stradali: 90 Km/h


Moto superiori a 125 cc
Strade urbane: 20-50 km/h
In autostrada: 120 km/h
Strade a scorrimento veloce: 110 km/h
Altre reti stradali: 90 km/h



Moto 125cc
Strade urbane: 20-50 km/h
In autostrada: 70 km/h
Strade a scorrimento veloce: 70 km/h
Altre reti stradali: 70 km/h


Motocicli:
Strade Urbane: 40 km/h

Collegamenti fra le isole greche

Gli spostamenti fra le isole greche è molto facile e ben servito.

Ferry, aliscafi e barche
Nelle isole greche è presente un organizzata rete di ferry,catamarani,aliscafi e barche e i biglietti sono acquistabili presso gli uffici nei porti.
Maggiori informazioni aggiornate si possono trovare in internet ai siti www.gt-pnet.com www.greekislandhopping.com www.ferries.gr
Le linee più frequentate sono quelle che partono da:

Pireo
Volos
Rafina


Negli arcipelaghi i nodi più importanti sono:

PAROS per le Cicladi centrali,
CEFALONIA per le Ioniee,
MIKONOS per le Cicladi settentrionali
KOS per il Dodecanneso,
SAMOS per l’Egeo orientale,
SKIATHOS per l’Egeo settentrionale,
NAXOS per le Cicladi orientali ,
POROS per le Argosaroniche.
compagnie navali:

BLUE STAR www.strintzis.gr
MINOAN www.minoan.gr
HML www.hml.gr
ANEK www.anek.gr

COME ARRIVARE IN GRECIA

La Grecia è facilmente raggiungibile dall’ Italia. E’ possibile in aereo che in nave. Tutte le isole sono ben collegate e servite.

  • AEREO
    Raggiungere la Grecia in aereo è possibile da Milano, Roma, Bari, Napoli, Venezia.
    I voli interni sono effettuati dalle compagnie aeree Elleniche:
    AEGEAN CRONUS
    OLYMPIC AIRWAYS
    E’ possibile raggiungere la Grecia anche con i voli charter


  • NAVE
    Le partenze per la Grecia si effettuano dai seguenti porti italiani:
    VENEZIA: per Corfù-Igoumenitsa-Patrasso
    TRIESTE: per Corfù-Igoumenitsa-Patrasso
    ANCONA: per Corfù-Igoumenitsa -Patrasso
    BARI: per Corfù-Igoumenitsa-Patrasso
    BRINDISI: per Corfù-Igoumenitsa-Patrasso

Festività in Grecia

1 gennaio : l'inizio del Nuovo Anno.
6 gennaio : Epifania.
25 marzo : si festeggia l'Indipendenza e si commemora l'annuncio dell'Angelo Gabriele alla Vergine Maria.
Venerdì Santo : giorno d'astinenza, la morte di Cristo è vissuta quasi come un lutto nazionale.
Domenica di Pasqua : si festeggia 40 giorni dopo il carnevale, quando c'è la prima luna piena. La pasqua è la festa più importante dell'anno!
1 maggio : festa dei lavoratori.
Ascensione : si festeggia 40 giorni dopo la Pasqua.
Pentecoste : si festeggia 50 giorni dopo la Pasqua, sempre di lunedì.
15 agosto : Assunzione della Vergine Maria.Si svolge nell'isola di Tinos.
6 dicembre : San Nicolao
25 dicembre : Natale
26 dicembre : Santo Stefano

CHIESE E MONASTERI DA VISITARE IN GRECIA

CHIESE E MONASTERI DA NON PERDERE:
- Monastero di Patmos (Dodecaneso)
- Le meteore (Tessalia)
- Il Monte Athos (Macedonia)
- Il monastero Panaghia Sumelà (Macedonia)
- Le chiese bizantine di Salonicco (Macedonia)
- Il monastrero di Ossios Loukas (Sterea Ellada)
- Il moastero di Dafnis ad Atene (Attica) - Il monastero di Nea Monì (Sterea Ellada)
- Le chiese bizantine di Mistrà (Peloponneso)
- Il monastero di Aghia Lavra (Peloponneso)
- Il Duomo di Sant' Andrea a Patra (Peloponneso)
- La chiesa dalle cento porte a Paros (Cicladi)
- La chiesa di Tinos (Cicladi)
- Il monastero di Amorgos (Cicladi)

A Bari sequestrate 5 tonnellate di sigarette provenoente dalla Grecia

CONTRABBANDO/ A Bari sequestrate 5 tonnellate di sigarette
Redazione giovedì 4 giugno 2009


Militari della Guardia di finanza di Bari, in collaborazione con funzionari della dogana, hanno sequestrato nel porto cinque tonnellate di sigarette di contrabbando e arrestato un romeno di 40 anni per contrabbando aggravato.

L'uomo era alla guida di un Tir con telone, a bordo del quale era nascosto il carico di sigarette. Il Tir era sbarcato da una motonave proveniente dalla Grecia; le sigarette erano nascoste sotto un carico di pasta.

fonte articolo http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=23831

Disputa infinita nella NATO: Atene e Skopje divise dalla Macedonia

Disputa infinita nella NATO: Atene e Skopje divise dalla Macedonia

Dopo il vertice di Bucarest dell’Alleanza Atlantica dell’aprile 2008, molti speravano che la “disputa nominale” tra la Repubblica di Macedonia - Fyrom e la Grecia avrebbe potuto essere risolta entro la fine dell’anno. Così non è stato e, nonostante l’importanza della posta in gioco, le possibilità di risolvere la controversia rimangono estremamente incerte.

Lo stato delle trattative
L’ultima formula avanzata dal mediatore Matthew Nimetz per venire incontro alle esigenze dei due paesi, propone per Skopje la denominazione Repubblica della Macedonia settentrionale. Si tratta di una formula accettata in linea di principio da entrambi i governi, ma per Atene l’eventuale accordo dovrebbe comprendere anche i termini con cui designare la lingua e la nazionalità degli abitanti della Fyrom, che in nessun caso, secondo i greci, possono essere considerati semplicemente “macedoni”. Ciò dovrebbe comportare anche la cancellazione dei riferimenti al popolo macedone contenuti nella costituzione, un gesto che nessun dirigente politico a Skopje può compiere senza essere accusato di svendere la stessa identità del suo popolo.

In effetti Atene e Skopje sono divise da interpretazioni della storia regionale nettamente differenti e in tal senso la contesa macedone è carica di implicazioni identitarie. Se per i macedoni il riconoscimento del loro stato come Macedonia è una questione di dignità nazionale, cambiarne il nome per la Grecia significa confermare la “grecità” della Macedonia greca e dei suoi abitanti, invalidando altresì la richiesta di diritti culturali per la minoranza macedone della Grecia settentrionale, che secondo il punto di vista ellenico non è altro che una comunità “slavofona” con una coscienza nazionale greca.

A passo di gambero
Dopo l’accordo ad interim del 1995, le relazioni economiche tra i due paesi si sono mantenute buone. La Grecia è uno dei principali partner economici della Fyrom ed è uno dei primi paesi per investimenti esteri diretti. I rapporti politici rimangono invece oscillanti a causa della “questione nominale”. Impedire l’integrazione di Skopje nelle organizzazioni internazionali di cui la Grecia è membro, sembra l’unica arma rimasta ad Atene per indurre la Macedonia ad accettare un nome di compromesso; in questo modo Atene vuole inoltre riportare la disputa nominale al centro dell’attenzione internazionale, interrompendo le tattica dilatoria del suo vicino settentrionale.

Il governo macedone puntava infatti a separare la disputa sul nome dal processo di integrazione euro-atlantica, portando avanti le riforme necessarie e sperando che con il passare del tempo la questione del nome avrebbe perso ogni residuo interesse per la diplomazia internazionale. I responsabili macedoni erano confortati dal crescente numero di paesi che riconoscono la piccola Repubblica balcanica con il suo nome costituzionale; si pensi al caso degli Stati Uniti, che hanno inizialmente riconosciuto Skopje come former Yugoslav Republic of Macedonia, ma che hanno optato per Repubblica di Macedonia durante l’amministrazione Bush.

L’irrigidimento greco sembra aver segnato una battuta d’arresto per questa tattica, tanto più che la mancata risoluzione della contesa avrebbe pesanti conseguenze per Skopje. La Macedonia ha ottenuto lo status di candidato all’integrazione nell’Ue nel 2005, ma i negoziati per l’adesione non sono ancora iniziati e vari esponenti europei hanno chiaramente affermato che risolvere la contesa con la Grecia è un prerequisito essenziale a tal fine. A ciò va aggiunto che la situazione di stallo potrebbe avere conseguenze anche sugli equilibri interni della Macedonia, incoraggiando le ali radicali della minoranza albanese ad alzando il livello delle loro rivendicazioni; il Partito Democratico albanese ha recentemente auspicato la discussione di un nuovo accordo per la tutela della comunità albanese, giudicando insufficienti le garanzie offerte dall’accordo di Ocrida. I partiti albanesi vedono con minore emotività l’ipotesi di raggiungere un compromesso con Atene e non sembrano disposti a rinunciare all’integrazione euro-atlantica solo per un nome.

Il perdurare della disputa avrebbe conseguenze negative anche per la Grecia, che rischia di isolarsi dai suoi partner dell’Ue e della Nato, poco interessati dalla questione del nome, e indotti ad assecondare le posizioni elleniche soprattutto a causa dalla minaccia del veto. Atene rischia di ribadire quell’immagine di paese “non cooperativo” diffusasi nei primi anni ’90, proprio a causa della sua politica nei confronti di Skopje. Gli Stati Uniti vorrebbero integrare la Macedonia nella Nato almeno entro il 2010 e non hanno nascosto la loro irritazione; del resto il governo ellenico ha interpretato come una punizione la decisione di Washington di non includere la Grecia nel programma visa waiver, che avrebbe permesso ai cittadini greci di entrare negli Usa senza visto.

Il peso della politica interna
Il retroterra culturale e la suscettibilità delle rispettive opinioni pubbliche spiegano la ritrosia degli esponenti politici dei due paesi a raggiungere una soluzione di compromesso. La recente elezione di Gjorgji Ivanov a presidente della Fyrom potrebbe costituire un elemento incoraggiante, dato che sia il premier che il presidente sono espressione del partito di destra Vmro-Dpmne. La precedente coabitazione tra il primo ministro di destra Nikola Gruevski e il presidente socialdemocratico Branko Crvenkovski rendeva difficile una soluzione perché, a norma del sistema semipresidenziale macedone, essa avrebbe dovuto ottenere il consenso di entrambi.

Tuttavia la volontà di Gruevski di sottoporre a referendum qualsiasi soluzione concordata con la Grecia sembra celare un sostanziale rifiuto di accettare una denominazione di compromesso, dato che i sondaggi mostrano una diffusa ritrosia da parte dei macedoni a cambiare il nome costituzionale. Parallelamente l'intenzione degli esponenti della Vmro-Dpmne di spendere milioni di euro, in un periodo di crisi economica, per erigere una statua di Alessandro Magno nel centro di Skopje non è certo un gesto di buona volontà nei riguardi della Grecia, che vi legge il proposito di appropriarsi di un patrimonio storico che Atene considera di sua esclusiva proprietà.

Da parte greca le cose non sembrano meno complesse: la Grecia sta vivendo una grave crisi politica ed economica, cui si aggiungono ripetuti episodi di corruzione. Indebolito da scandali, proteste di piazza e dallo spettro della recessione, il governo di centro-destra sembra incline a fare ampio utilizzo dell’armamentario del nazionalismo. Con il rimpasto di governo di inizio gennaio è stato nominato ministro della cultura Antonis Samaras, colui che nei primi anni ’90 ha impedito alla Grecia di raggiungere un compromesso con Skopje; egli ha inoltre da poco “previsto” la prossima spartizione della Fyrom tra Grande Albania e Grande Bulgaria. Il suo nuovo incarico non gli conferisce l’influenza di cui godeva come ministro degli esteri, ma il governo anche questa volta è appeso ad una esile maggioranza parlamentare: su un totale di 300 deputati che compongono il parlamento di Atene, solo 151 hanno votato l’ultima manovra finanziaria: un dato che conferisce un immenso potere a chiunque voglia impedire la chiusura definitiva dell'inesauribile questione macedone.

© AffarInternazionali
fonte http://www.loccidentale.it/articolo/la+disputa+del+nome+tra+atene+e+skopje+.0072750

La Mafia Greca in Albania nel 1997

Albania: chi c’è sotto la piramide?
05.04.2005 scrive Artan Puto

Piramidi finanziarie. Una frode colossale attraverso la quale erano stati derubati, tra il 1996 ed il 1997, migliaia di risparmiatori albanesi. Ora, in seguito a nuovi elementi emersi, si ritorna a parlarne. All'orizzonte le elezioni parlamentari della prossima estate
Piramidi In questi giorni la stampa albanese ha riportato all'attenzione del proprio pubblico la questione degli schemi finanziari piramidali. Il loro crollo, nel 1997, causò oltre alla rovina economica di migliaia di creditori ed una forte crisi dello Stato albanese, anche circa 2500 vittime negli scontri violenti che ne nacquero.

L'attenzione viene nuovamente posta su queste speculazioni finanziarie dopo che sono emerse notizie in merito a trasferimenti di denaro che i responsabili di queste cosiddette "piramidi" avrebbero effettuato verso l'estero in seguito al loro fallimento. Ne sono nati numerosi dibattiti sulle responsabilità di ieri e di oggi.

La stampa greca nel mese di marzo ha pubblicato articoli in merito al trasferimento in Grecia, nel 1997, di denaro proveniente dall'Albania. Secondo i media greci nell'affare sarebbero coinvolti funzionari greci ed albanesi. In un articolo del 18 marzo scorso, dal titolo "I soldi di VEFA in Grecia, il governo Simitis era informato" del giornale albanese Shekulli – che si è basato su informazioni prese dal giornale greco Apojmatini - si scrive che l'ex primo ministro greco Costas Simitis ed i ministri degli Interni, dell'Economia e della Difesa Nazionale ben conoscevano il fenomeno degli schemi piramidali in Albania ed i trasferimenti di enormi somme di denaro in Grecia.

Gli articoli fanno riferimento in particolare ai legami tra il boss dello schema piramidale "VEFA" Vehbi Alimuçaj e l'agente dei servizi segreti greci Apostolos Vavilis. Quest'ultimo, che adesso è latitante e ricercato dalla polizia greca, è riuscito a trasferire verso la Grecia nel 1996-97 circa 800.000 dollari. Vavilis e accusato dalla procura greca di riciclaggio di denaro sporco in Italia, Ungheria e Grecia, e - ad iniziare dal 1997 - di traffico di droga. Nell'autunno del 1996 il boss di VEFA Vehbi Alimuçaj, tramite Vavilis, avrebbe anche acquistato una villa nel quartiere più ricco di Atene, "Hekali".

Nel frattempo, secondo il giornale Shekulli, nel giugno del 1997 un cittadino albanese ha depositato in una banca greca, a Janina, 5.5 miliardi di dracme (circa 25 milioni di dollari). Il trasferimento è stato comunicato alla polizia greca con 8 mesi di ritardo. Un altro trasferimento di denaro di circa 10 milioni di dollari è stato fatto, secondo il giornale albanese Panorama (18.03.2005), dal deputato albanese Kristo Goxhi (del partito della minoranza greca) per conto dell'altro schema piramidale "Cenaj". Il deputato albanese ha ammesso al giornale Panorama (18.03.2005) di aver fatto tale trasferimento. "Tutti noi, chi di più e chi di meno, ha perso soldi negli schemi piramidali. Io ammetto di aver fatto un trasferimento di denaro per conto dello schema "Cenaj". Il trasferimento è del tutto legittimo. I soldi erano di "Cenaj". La giustizia albanese è a conoscenza del fatto. Lefter Cenaj (il boss dello schema, ndr) era mio amico ed io suo creditore. Non ho avuto mai legami con ministri albanesi. Non conosco neppure l'agente greco Vavilis".

La questione degli schemi piramidali è divenuta oggetto di scontro politico nella stessa Grecia. Il giornale greco di destra Apojmatini, che ha pubblicato le notizie sugli schemi piramidali albanesi, tende a mettere in evidenza il coinvolgimento dell'ex governo socialista di Simitis nell'affare dei trasferimenti di denaro sporco dall'Albania alla Grecia. Ed il giornale albanese Panorama (18.03.2005) nel suo articolo "Tre ministri greci negli affari della piramide "VEFA", scrive anche di questo.

La stessa cosa sta accadendo comunque anche in Albania. Il dibattito emerso in Grecia sta per essere usato dai due più grandi partiti albanesi, il partito socialista ed il partito democratico, per trarne vantaggi politici. Alla vigilia delle elezioni parlamentari, che si svolgeranno quest'estate, i due partiti si stanno accusando a vicenda sulle responsabilità a riguardo degli schemi piramidali durante gli anni delle loro attività 1995-97 e dopo il loro fallimento nel 1997.

In un articolo pubblicato lo scorso 13 marzo da Panorama si afferma che i membri della commissione parlamentare albanese che si occupa delle indagini sulle piramidi hanno accusato Fahrudin Arapi, amministratore provvisorio messo a capo delle piramidi dopo che i conti di queste ultime furono blocati nel 1997, di ostacolare la verità su quanto è accaduto.

I memebri della commissione appartenenti all'opposizione hanno inoltre accusato Arapi di aver tolto dalle liste dei creditori i nomi delle persone che hanno sottratto enormi some di denaro dai conti bancari degli schemi piramidali, facendone poi sparire le tracce. Secondo lo stesso giornale il danno economico recato dagli amministratori statali durante l'amministrazione provvisoria istituita dopo l'arrivo al potere del partito socialista nel 1997 con il compito di gestire le proprietà degli schemi piramidali dopo il loro fallimento, ammonterebbe a 200 milioni di dollari.

Questa cifra comprende i trasferimenti effettuati nonostante i conti delle piramidi fossero bloccati e la vendita delle proprietà di queste ultime a prezzi molto bassi. Il deputato dell'opposizione di destra all'attuale governo nonché membro della Commissione sulla trasparenza, Preç Zogaj, ha fatto appello allo Stato albanese affinché si impegni ad investigare quanto affermato dalla stampa greca ed a far luce su dove siano finiti i soldi delle piramidi.

"I soldi degli schemi piramidali, e sopratutto di "Gjallica", sono all'estero. Ci sono delle società greche e italiane che hanno ancora nei loro conti soldi delle piramidi albanesi ed è paradossale che il governo non abbia fatto niente per recuperare questo capitale", ha affermato Zogaj al giornale Panorama (18.03.2005). L'opposizione di destra accusa inoltre l'attuale Ministro delle finanze, Arben Malaj, di aver effettuato lui stesso trasferimenti di denaro.

Secondo quanto riportato da un altro quotidiano, Korrieri (19.03.2005), il portavoce del partito democratico Edi Paloka, accusando il Ministro socialista delle finanze Arben Malaj, durante una conferenza stampa, avrebbe affermato che "i milioni di dollari dei quali si parla sono solo una piccola parte dei milioni che hanno rubato i governanti di oggi. Non sono solo i soldi della piramide "Cenaj" ad essere stati trasferiti dall'attuale Ministro socialista Malaj, ma anche altri milioni che sono passati ad essere da proprietà pubblica a proprietà privata di questi politici".

Fahrudin Arapi, amministratore provvisorio delle piramidi a partire dal 1997, ha risposto alle accuse definendole come un "attacco al processo di trasparenza che si sta mettendo in atto sugli schemi piramidali. La reazione di persone che hanno legami con gli ex boss di queste schemi".

In un articolo scritto di suo pugno e pubblicato su Panorama (13.03.2005) con il titolo "Arapi: le proprietà delle piramidi in Grecia, Italia ed Ungheria", l'amministratore statale Arapi ha inoltre informato i creditori che riavranno solo l'11% dei loro soldi ed ha promesso di avviare indagini anche in altri Paesi, come in Grecia, Ungheria ed Italia. Anche il ministro delle finanze Arben Malaj ha risposto alle accuse che gli sono state mosse ed ha affermato di non aver mai fatto "alcun trasferimento d denaro appartenente agli schemi piramidali od aver dato assistenza in tal senso" ( Panorama, 18.03.2005).

Nel frattempo il quotidiano Korrieri (22.03.2005) ha fatto sapere che la procura albanese della repubblica ha inviato un gruppo di magistrati in Grecia ed in Svizzera per avviare accertamenti su banche locali.

Nel suo approfondimento su questo fatto il giornale Shekulli (19.03.2005) sottolinea che gli schemi piramidali hanno di fatto rubato denaro agli albanesi trasferendolo poi all'estero. L'autore dell'articolo poi specifica di come molte persone coinvolte nella questione piramidi si trovino oggi a ricoprire incarichi di prestigio, nelle istituzioni statali ma anche ad esempio nei media. La conclusione del giornale è che difficilmente emergerà la verità sulle piramidi perché i loro protagonisti sono tutt'ora in politica.

Il nuovo dibattito sulle piramidi nei media albanesi ha dimostrato ancora una volta come i governanti albanesi abbiano abusato della gente, prima nel permettere che questi schemi finanziari venissero creati, e poi addirittura facendo sparire i pochi soldi che non si erano ancora volatilizzati. Le dimensioni dell'abuso sono chiarite da un breve estratto dal giornale Panorama (13.03.2005), secondo il quale all'inizio del 1996 presso gli schemi finanziari piramidali sarebbero stati depositati 260 milioni di dollari, mentre nell'ottobre del 1996 (due mesi prima della loro chiusura) circa 1,2 miliardi di dollari. Un anno dopo nei conti bancari delle schemi piramidali sono stati trovati solo 9 milioni di dollari.

Il dibattito purtroppo rischia di finire come spesso accade in un semplice scontro politico tra i due maggiori partiti albanesi in vista della sfida elettorale della prossima estate.
fonte :http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/4061/1/41

Grecia: crolla mercato auto, - 50%

Grecia: crolla mercato auto, - 50%
E' invece aumentata la vendita di auto di lusso
(ANSA) - ATENE, 7 MAG - Il mercato dell'auto in Grecia ha subito in aprile un vero e proprio tracollo rispetto allo stesso mese del 2008. Le vendite di automobili nuove sono diminuite del 49,3%,informa l'Istituto nazionale di statistica. Sono invece aumentate le vendite di auto di lusso.Il crollo e' avvenuto malgrado le misure prese dal governo a favore del settore fra cui la riduzione del 50% sulla tassa di registrazione.Per gli esperti l'impatto delle misure potrebbe evidenziarsi in maggio.

fonte : http://www.ansa.it/

La mafia russa in Italia

La mafia russa in Italia
La mafia russa, potenzialmente la più pericolosa del mondo, sta sviluppando, con incredibile rapidità, le sue attività delinquenziali nel nostro paese
La mafia russa si è fortificata dopo la caduta del muro di Berlino, con una rapidità superiore ad ogni immaginazione. E’ una mafia che utilizza una dose di violenza senza pari, con criminali spietati e senza scrupoli. Si pensi, a mo’ d’esempio, che nel 1996 giungeva al punto di compiere una strage in un cimitero di Mosca, provocando tredici morti e trenta feriti, per decimare le fila della “Fondazione degli invalidi della guerra dell’Afghanistan”, una delle poche strutture che hanno diritto di non pagare le tasse, in quel paese, con lo scopo di sostituire via via dirigenti degli “invalidi” con propri uomini. In Italia la mafia russa si occupa di prostituzione (non casualmente sono presenti soprattutto donne), di comprovendite commerciali, di riciclare danaro sporco, di traffico clandestino di persone, che ricompensano la mafia con una cifra che oscilla fra le 200.000 e il milione e mezzo di lire. La mafia russa è strutturata in bande, e a seconda dell’etnia, si è specializzata in determinati crimini: i georgiani nel campo delle estorsioni, i ceceni in quello della droga, i tagichi nelle rapine e tutti insieme nel settore bancario. La mafia russa in Italia è estremamente feroce, sia nei confronti dei russi che non rispettano le regole, che nei riguardi dei loro nemici o di uomini di altre organizzazioni criminali. La mafia russa, anche per ciò che concerne il contrabbando e traffici nel settore militare, ha stretto rapporti d’affari pure con la mafia calabrese, dimostrando di saper avere nel proprio arco le frecce di una delinquenza che va dai reati meno complessi, come la prostituzione, a quelli più raffinati, come il materiale radioattivo.

fonte : http://guide.supereva.it/organizzazioni_criminali/interventi/2000/07/8850.shtml

Mafia russa e mafia cinese in Toscana

A differenza che nel passato il problema dell'infiltrazione della mafia russa nella nostra economia ha attirato maggiormente l'attenzione dell'opinione pubblica. Lo dimostra il fatto che nel giugno 2005 il quotidiano “La Nazione” si è occupato del problema. Più di recente il giornalista de “La Repubblica” Ferruccio Sansa ha collegato il riciclo del denaro sporco da parte della mafia russa - relativamente alla Romagna, alla Liguria ed alla Toscana - agli scandali finanziari della BPI. I passaggi dei c.d. “speculatori immobiliaristi” oggetto delle recenti cronache giudiziarie nella nostra regione devono destare attenzione.
Le zone a maggior rischio rimangono oltre alle coste, Forte dei Marmi, l'Isola D'Elba, Montecatini e la città di Firenze. Il recente ingresso in Toscana di società russe assieme alla ricchezza locale può favorire, si badi bene involontariamente e non necessariamente, un indotto criminale gestito dalla mafia russa. A Firenze, in particolare, continua la presenza di numerose donne russe di mezz'età che dormono in alberghi ordinari per non dare nell'occhio. Occorre verificare la liceità della loro permanenza in quanto potrebbero essere delle avanguardie della mafia russa per degli investimenti immobiliari. Si segnala inoltre l'attitudine di questa forma mafiosa nel controllare i night e la relativa prostituzione.
Uno dei settori in cui la mafia russa investe è quello alberghiero. E’ necessario verificare chi in questo momento acquisisce sul territorio toscano le strutture alberghiere.
In conclusione anche per il 2007 ed in prospettiva per il 2008 la Fondazione Caponnetto considera la mafia russa un'organizzazione in forte espansione che non va in alcun modo sottovalutata.
Mafia Cinese in Toscana. La mafia cinese è presente in modo significativo e stabile nella Regione Toscana. Come già accennato nel rapporto dell'anno scorso la mafia cinese è divisa in triadi, strutture orizzontali, in contatto tra loro che controllano in modo capillare tutte le attività economiche delle comunità cinesi. Sono comunque apparse anche delle bande organizzate di giovani e giovanissimi, vere e proprie gang, che per il momento non si sono opposte alle triadi ma che al contrario ne vengono utilizzati. La situazione però va tenuta sotto controllo in quanto non è detto che in futuro possa esserci una contrapposizione fra queste due forme criminali. Le triadi hanno uno spiccato senso del controllo del territorio delle varie chinatown toscane. Le attività che la mafia cinese svolge sono le più varie: lo sfruttamento dei clandestini e della manodopera, il gioco d’azzardo, la prostituzione, il narcotraffico ed il racket. Lo sfruttamento della prostituzione è aumentato in misura considerevole come lo si può desumere dall'aumento del numero delle case chiuse gestite da donne cinesi. La prostituzione cinese si è oramai ritagliata una fetta di mercato considerevole.



L'intimidazione delle triadi nei confronti, per il momento, dei propri concittadini avviene solitamente attraverso gesti eclatanti quali i sequestri di persona o le rapine accompagnate da pestaggi e violenze carnali. Si sono inoltre verificati, fatto inusuale per il nostro territorio, alcuni omicidi di donne cinesi e di un giocatore d'azzardo. Il verificarsi delle rapine rappresenta spesso il primo campanello d'allarme che deve far pensare alla presenza dell'organizzazione mafiosa sul territorio o perlomeno delle gang. In particolare in Toscana le Triadi sono presenti a Firenze, Prato, Empoli e nella zona delle concerie tra Pisa e Firenze. La presenza è comunque diffusa un po' in tutto il territorio toscano e l'autorità giudiziaria ne è ben consapevole al punto che la DDA è intervenuta più volte compiendo arresti e disarticolando la struttura di alcune triadi. Sono stati inoltre sequestrati i primi beni ai mafiosi cinesi. Si rafforza rispetto al passato la notevole capacità di riciclare il denaro sporco in modo rapido acquisendo esercizi commerciali ed immobili. Una delle attività predilette della mafia cinese è quella della contraffazione favorita dall'enorme produzione di manufatti in violazione del rispetto delle più elementari regole di diritto. La qualità dei capi cinesi risulta in aumento e probabilmente in futuro si assisterà anche al superamento in parte della contraffazione per lavorare indirettamente ed inconsapevolmente mediante triangolazioni di manodopera per i marchi famosi.
Molto probabilmente le Triadi gestiscono anche gli ospedali cinesi clandestini.

Dal rapporto DIA 1° sem. 2007:
In Toscana, le indagini sui sodalizi criminali costituiti da immigrati cinesi continuano ad essere incentrate sulle medesime tipologie delittuose, che hanno costituito oggetto delle pregresse inchieste, vale a dire il favoreggiamento e la pratica dell’immigrazione clandestina, il sequestro di persona, lo sfruttamento della mano d’opera giovanile e femminile, specie quella clandestina, la falsificazione e l’uso di documenti falsi, le risse e le lesioni personali con armi bianche, le rapine e le estorsioni, il traffico di stupefacenti nonché, in casi più isolati ed estremi, l’omicidio.
Tali tipologie delittuose, a causa di molteplici fattori, quali la visione isolazionista, la barriera linguistica, il perdurare di atteggiamenti non aperti all’integrazione nella comunità ospitante, la pratica del lavoro a cottimo nelle attività artigianali e della ricerca del guadagno a tutti i costi (congiunti, in alcuni casi, alla tendenza a ricercare risposte economiche, anche illecite, all’interno della medesima compagine etnica), denotano come la comunità cinese sia ancora una sorta di microcosmo anecogeno, nel quale è forte l’influsso di segmenti palesemente devianti. I sentimenti di diffidenza nei confronti delle istituzioni sociali provocano atteggiamenti omertosi, che favoriscono il rinnovarsi delle bande giovanili, ormai considerate vere schegge incontrollabili ed instabili sul piano organizzativo, in continuo movimento e dedite alla commissione, in forma associata, dei reati descritti. La complessiva attività investigativa svolta nell’ambito di diversi procedimenti penali ha permesso di enucleare e/o di avere conferma di alcune costanti:
- in taluni casi, i sodalizi criminali attenzionati hanno evidenziato le caratteristiche proprie dell’associazione mafiosa, quali la forza di intimidazione del sodalizio;
- l’immigrazione clandestina è collegata al fenomeno del sequestro di persona. Sovente, infatti, è stato accertato che le bande concorrenti effettuano sequestri reciproci di clandestini;
- il traffico di immigrati clandestini costituisce, di fatto, un “traffico di schiavi”, con una vera e propria attività di “compravendita” di esseri umani a fini di brutale profitto;
- il clandestino che giunge in Italia rimane strettamente assoggettato al vincolo del debito da estinguere con chi ha pagato il prezzo della sua “liberazione”, o meglio, del suo “riscatto”: ciò avviene attraverso il lavoro nelle aziende, tessili e di pelletteria, di proprietà di
connazionali, con la costrizione a subire orari di lavoro interminabili, con una retribuzione certamente inadeguata e non proporzionata alle prestazioni lavorative, in condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza praticamente inesistenti;
- rapine, furti ed estorsioni sono reati interni alla comunità, consumati da cinesi a danno di altri cinesi;
- anche lo sfruttamento della prostituzione ed il traffico di stupefacenti sono in grande maggioranza reati intraspecifici.
In conclusione anche per il 2007 ed in prospettiva per il 2008 la Fondazione Caponnetto considera la mafia cinese un'organizzazione molto forte sempre più in grado di controllare il territorio. Anch'essa non va in alcun modo sottovalutata.
Fondazione Caponnetto

scritto sul sito di Beppe Grillo
http://www.grillonews.com/

Grecia. Governo rischia la crisi per uno scandalo di corruzione

Grecia. Governo rischia la crisi per uno scandalo di corruzione

4 Maggio 2009 Il governo greco affronta oggi un voto cruciale in Parlamento su uno scandalo di corruzione che potrebbe costringere il premier Costas Karamanlis a elezioni anticipate in un momento in cui tutti i sondaggi danno il suo partito nettamente sfavorito.

L'assemblea unicamerale deve infatti decidere, in una votazione segreta che si concluderà questa notte, se procedere o meno per corruzione nei confronti dell'ex ministro e deputato del partito di centrodestra al potere Nuova Democrazia (Nd), Aristoteles Pavlidis, il cui seggio è vitale per la tenuta dell'esigua maggioranza di un voto. Pavlidis, ex ministro dell'Egeo nel primo governo Karamanlis, è accusato da un armatore di avergli estorto 100.000 euro per la concessione di alcune rotte per i traghetti verso le isole.

Il sospettato nega, ma elementi accusatori emersi hanno provocato una spaccatura nella Commissione d'inchiesta che non è riuscita a stilare un rapporto conclusivo. In seno alla Commissione, composta da 13 deputati, tutti e 6 gli esponenti dell'opposizione, sia di destra e di sinistra, convinti dai movimenti sospetti in alcuni conti bancari, hanno stilato ognuno un proprio rapporto in cui si chiede l'apertura di un processo speciale contro Pavlidis. I 7 deputati di Nd si sono schierati invece a difesa dell'ex ministro, sostenendo che non ci sono prove sufficienti.

Una situazione che ha consentito al partito del premier di rinviare la resa dei conti, ma non il voto parlamentare che oggi deciderà la sorte di Pavlidis, insieme forse a quella del governo. Se infatti venisse concessa l'autorizzazione a procedere e il deputato non si dimettesse, ciò getterebbe una pesante ombra sulla legittimità della fragile maggioranza di 151 deputati su 300 che potrebbe andare avanti solo contando sul voto di un rappresentate sospetto di cui gran parte dei Greci, ma anche della stessa Nd, vuole l'uscita di scena. E Karamanlis, secondo gli analisti, sarebbe costretto a indire nuove elezioni. Cosa che il premier vuole evitare soprattutto in un momento in cui il partito, già indebolito da altri scandali, dalle proteste violente di piazza e dalle difficoltà della crisi globale, nei sondaggi è almeno tre punti dietro al socialista Pasok.

Ma i sondaggi lasciano anche intravedere la stanchezza degli elettori verso entrambi i partiti: un sentimento che ha apparentemente spinto il leader del Pasok Giorgio Papandreou a dichiarare che "la lotta alla corruzione è un dovere nazionale" e ad invitare Karamanlis ad agire insieme per riformare il Paese. Il risultato inconcludente della Commissione sembra suggerire che oggi Nd, malgrado la "libertà di coscienza" concessa ai deputati, riuscirà a evitare l'incriminazione di Pavlidis. Ma la maggioranza degli osservatori sembra convinta che se il voto sarà salvifico, Karamanlis costringerà l'ex ministro alle dimissioni sostituendolo con il primo dei non eletti ed evitando, almeno per il momento, la crisi.

fonte : http://www.loccidentale.it/articolo/grecia.+governo+rischia+la+crisi+per+uno+scandalo+di+corruzione.0070855

Grecia: nel primo trimestre -20% di turisti ad Atene

Grecia: nel primo trimestre -20% di turisti ad Atene
Secondo l'Exa una delle cause è la crisi economica mondiale


Calo del 20% dei turisti in Grecia per il primo trimestre del 2009. Secondo quanto reso noto l'Associazione degli albergatori dell'Attica (Exa), la causa è da attribuirsi alla crisi economica e se il declino si manterrà durante tutto l'anno potrebbero perdersi 15mila posti di lavoro e le entrate ridursi di 500 milioni di euro. Secondo gli analisti, sul piano nazionale il turismo, che rappresenta il 17% del Pil greco ed occupa un quinto della popolazione attiva, potrebbe contrarsi quest'anno, malgrado le misure prese dal governo, fra il 10 e il 20%, contribuendo alla forte riduzione della crescita economica. Dopo anni di incremento al 4% il Pil dovrebbe registrare secondo le previsioni un tasso vicino allo zero.

Fonte: http://www.travelnostop.com/news.aspx?id=63302

Danza tradizionale Greca

La danza greca è molto simile alla danza albanese e macedone.

Ecco il risultato del razzismo :disordine e paura di uscire di casa

Serbia - Dalla Nato alla mafia

Serbia - Dalla Nato alla mafia
mar.27, 2009 in Articoli, Dal mondo

Manifestazione a Belgrado nel 1999 contro i bombardamenti Nato
A dieci anni dai bombardamenti su Belgrado il Paese si ferma per due minuti. Finito il potere di Milosevic si instaura quello dei clan. L’Fbi paragona la delinquenza locale a Cosa nostra
di Pietro Orsatti su Left-Avvenimenti n°12 2009

Dieci anni dopo. Dall’allarme aereo che segnò l’inizio della fine di Milosevic e di un’ipotesi, se non di un sogno, di Grande Serbia. Il 24 marzo del 1999 l’Occidente decise di dare il via alla campagna di bombardamenti sulla Serbia con la scusa di liberare il Kosovo. Italia compresa. Che oggi non ricorda, o meglio non vuole ricordare, i bombardieri A10 con munizionamento all’uranio impoverito che decollavano da Gioia del Colle. Solo per salvare le popolazioni albanesi del Kosovo, si diceva, mentre venivano giù i ponti sul Danubio. Memoria corta. Ma non per chi quei bombardamenti ha subito. Il 24 marzo 2009 la Serbia si è fermata per due minuti per ricordare l’ennesima sconfitta. Dopo quella della frantumazione della Jugoslavia e dell’egemonia di Belgrado sull’area balcanica, dopo l’altra, ancora più dolorosa, dei duecentomila profughi in fuga sull’autostrada Zagabria-Belgrado scacciati dalle loro case dall’operazione Tempesta di tuono del 1995 attuata dal neonato esercito croato (addestrato e armato dagli Usa e da società di contractor privati statunitensi come la Mpri). Travolti da un sogno nazionalista cieco e da una classe dirigente corrotta. Ma che non era solo serba. Due minuti di silenzio. Tanti per la comunità internazionale che quella guerra ha voluto. Pochi per la Serbia che da quella guerra non si è ancora sollevata, smembrata della “provincia Kosova”, umiliata, sradicata. E oggi, come tutta l’area, a subire la crisi economica indotta da un’economia di mercato imposta a forza dai vincitori. Una crisi che, alimentando disagio e disgregazione sociale, sta fornendo carne da macello per una rinascita nazionalista e manovalanza per la criminalità organizzata in salsa balcanica. La piccola e rurale mafia serba, oggi, grazie a dieci anni di disagi sociali e di crisi economica, si è trasformata, secondo un rapporto del Fbi statunitense, in un’organizzazione strutturata e identitaria molto simile a Cosa nostra in Sicilia. E che ha già trovato riferimenti consistenti in organizzazioni criminali internazionali come la mafia e le ’ndrine italiane. Al centro del business, anche a Belgrado, il racket delle estorsioni, il traffico di droga e gli appalti di una “ricostruzione” che si è trasformata in un decennio in un banchetto. Con l’aggiunta della prostituzione e del traffico di esseri umani. Anche questi sono gli effetti della guerra. In dieci anni si è assistito all’affermarsi di un sistema sociale che si basa su strutture di potere parallele rispetto allo Stato e nelle cui mani si concentra il potere economico. E che condiziona pesantemente la politica infiltrandola, ricattandola e dominandola. Il 24 marzo 2009 le sirene del cessato allarme per gli attacchi aerei hanno suonato ancora. Mirko Cvetkovic, primo ministro nazionalista non si è appellato alla diplomazia nello stendere il suo discorso commemorativo. «L’attacco contro il nostro Paese era illegale, contrario al diritto internazionale e perpetrato senza una decisione del’Onu - ha dichiarato Cvetkovic -. I bombardamenti non hanno risolto i problemi nel Kosovo e non hanno aiutato a instaurare la pace e il rispetto delle leggi. Hanno causato pulizie etniche, violazioni dei diritti umani e delle norme internazionali». Come dargli torto riguardando i numeri di quella “guerra lampo”? «Nel corso delle undici settimane di bombardamenti - ha proseguito - 1.002 membri della polizia e dell’esercito e 2.500 civili, di cui 89 bambini, sono stati uccisi. Inoltre, 12.500 persone sono state ferite. I bombardamenti hanno causato danni materiali per circa 22 miliardi di euro». Oggi la Serbia è uno dei Paesi più in difficoltà ad affrontare la crisi globale in atto e con il più alto tasso di diseguaglianza sociale in Europa.


fonte : http://www.orsatti.info/2009/03/27/serbia-dalla-nato-alla-mafia/comment-page-1/

Grecia: attacchi contro polizia

(ANSA) - ATENE, 25 APR - Una cinquantina di giovani mascherati hanno lanciato bombe incendiarie contro la polizia ad Atene. Colpi d'arma da fuoco sono stati esplosi davanti alla sede dell'emittente televisiva Alter. In nessuno dei due casi sono segnalate vittime. L'attacco contro la polizia e' avvenuto in coincidenza con la presentazione in parlamento di un disegno di legge che aggrava le pene per chi partecipi a manifestazioni violente con il volto coperto.

fonte www.ansa.it

La caduta di Troy

Secondo la tradizione, esattamente 3193 anni fa gli antichi greci sono entrati a Troia servendosi di un finto cavallo. Come sia andata a finire lo sappiamo tutti.

Grecia antica è il termine utilizzato per descrivere la civiltà sviluppatasi nella Grecia continentale,in Albania, nelle isole del Mar Egeo, sulle coste occidentali della Turchia, in Sicilia e nell'Italia meridionale (Magna Grecia).

La cultura greca, nonostante la conformazione geografica del continente favorisse l'insorgere di molteplici unità politiche a sé stanti, fu un fenomeno omogeneo, che interessò tutte le genti elleniche, accomunate dalla stessa lingua e dalla stessa religione.

Dal punto di vista cronologico non esistono date certe e universalmente accettate per l'inizio e la fine del periodo greco antico. Ufficialmente viene fatto iniziare con la data della prima Olimpiade (776 a.C.), anche se alcuni storici propendono per retrodatare l'inizio della storia antica della Grecia verso il 1000 a.C.. La data tradizionale per la fine del periodo greco antico viene generalmente fatta coincidere con la morte di Alessandro Magno, nel 323 a.C., o con l'integrazione della Grecia nell'Impero romano nel 146 a.C.


Ecco un video tratto dal film "Troy" che rievoca quel momento mitico.

Record di marijuana arrestati 2 greci

La notizia incredibile di oggi..






Maxi carico di marijuana, sequestrati oltre 700 chili da Guardia di finanza e Dogana
23/04/09

Ancona - Erano nascosti sotto un carico di arance provenienti dalla Grecia i 723,57 kg di marijuana sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Ancona nel porto dorico in collaborazione con funzionari Doganali. Gli investigatori hanno individuato un autoarticolato sospetto in arrivo dalla Grecia, al momento dello sbarco da una motonave partita da Patrasso.
Il carico di copertura era stato accuratamente scelto per coprire con il forte odore della frutta trasportata il classico aroma della marijuana confezionata in 70 sacchi di iuta.
Dai primi riscontri effettuati, tutto il carico aveva come destinazione finale l’Olanda.
I due autisti greci, uno dei quali residente in Olanda, sono stati tratti in arresto.
Una volta immesso sul mercato lo stupefacente – che dalle preliminari indagini e’ risultato di produzione albanese e dall’elevato principio attivo – avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 500 mila euro.
Su proposta delle fiamme gialle e in accordo con l’autorita’ giudiziaria inquirente le arance, pari a 18.000 kg, unitamente al all’autoarticolato dotato di refrigeratore, verra’ consegnato alla protezione civile per essere destinato ai comuni terremotati dell’Abruzzo.

fonte : http://www.anconainforma.it/

Arvanite - Fustanella

L'etnia greca

Guerra diplomatica tra Skopje ed Atene

16.04.2009,17:33 - Guerra diplomatica tra Skopje ed Atene
Skopje - Il Ministero degli Affari Esteri macedone ha reagito alla dichiarazione del portavoce della diplomazia greca, Jorgo Kumucakos all'indomani del comunicato diramato da Skopje nel quale si consiglia ai cittadini macedoni di non recarsi in Grecia. Quest'ultimo ha dichiarato oggi che, ancora una volta le autorità macedoni hanno causato dei gravi danni ai rapporti di vicinato con la Grecia. Così ricorda che "il 10 aprile, il signor Milososki ha inviato una lettera al Ministero degli Affari Esteri greco, nel quale chiedeva di aumentare le relazioni e le comunicazioni bilaterali, nonchè la cooperazione nel settore del turismo", osservando però che "cinque giorni più tardi, per ragioni note solo a questi, Milososki raccomanda ai cittadini macedoni di non visitare la Grecia ", ha sottolineato Kumucakos.
Infatti, il comunicato diramato da Skopje, afferma che i "cittadini della Macedonia, non devono viaggiare in Grecia, se non per motivi assolutamente necessari", a causa delle frequenti e violente proteste che si sono verificati degli ultimi mesi, e alle decine di casi di maltrattamento dei cittadini macedoni, in particolare degli autotrasportatori. "Alla luce di questa situazione, ai cittadini della Macedonia, si consiglia di non recarsi e di non soggiornare per un lungo periodo nelle grandi città in Grecia. Se il viaggio e il soggiorno sono obbligatori, viene raccomandato un comportamento molto prudente, una particolare attenzione alle zone in cui si parcheggia, evitando le località in cui potrebbe essere organizzata una protesta o qualche disordine, ed evitare le istituzioni che finora sono state spesso oggetto di attacchi violenti“, ha afferma nei giorni scorsi il Ministero degli Affari Esteri.
Dopo la reazione della diplomazia greca, replica ancora Skopje affermando: "Le dichiarazioni di Kumucakos pongono un dilemma. Non siamo sicuri che il suo commento valga per tutti i Governi che consigliano ai loro cittadini, come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l’Australia, di essere prudenti nei loro viaggi in Grecia, oppure se la sua reazione è tale solo nei confronti della Macedonia".

fonte : http://www.rinascitabalcanica.com/?read=22945&similar=1

Rapporti Grecia e Albania

Grecia Albania sono due paesi che si contengono il primato dei paesi piu antiche e che fanno a gara chi frega l'altro?

La Grecia non riconosce le minoranze albanesi che in grecia sono 2.000.000 di albanesi che sono finiti dalla parte della Grecia quando nel 1912 le terre albanesi vennero dati alla Grecia.

Peccato che ancora una volta tra Albania e la Grecia c'e un conflito e che tra questi due paesi nn si trova un punto di incontro

Lo stato albanese ha accusato lo stato greco di crimini di guerra.

Epiro Grecia Albania

Gli Illiri e le verità che si stanno scoprendo.

Un nuovo approccio al problema illirica è stata resa possibile dai recenti scavi nella preistoria dei centri illirica in Albania. Gli oggetti scoperti (nella nella regione di Valona, nel sud Albania) sono risalenti alla fine del secondo millennio e dall'inizio del primo millennio aC, ci danno la prova di una continuità tra la civiltà del bronzo e l'Età del Ferro. L'ipotesi che gli Illiri sono stati lì e creato la civiltà del bronzo e che ha acquisito sempre più consistenza. È stato confermato da reperti scoperti nella pianura Pazhok (Elbasan, Albania centrale) sono stati i risultati in parte dalla data 1900-1700 aC, e in parte dal 1400 AC (avanti cristo) .

Sono state trovate ceramiche che sono elementi di prova a favore del carattere essenzialmente degli Illiri,le forme di questi vasi dipinti i motivi geometrici e che si troveranno più tardi sugli oggetti metallici sono tipicamente di carattere espressivo illirico.
Invece per quanto riguarda i Pelasgi, che alcuni scrittori antichi come la citazione molto antichi abitanti del sud dei Balcani e che alcuni studiosi moderni hanno costituito come distanti antenati degli albanesi, che istituisce un legame tra di loro e con la Illiri, e gli albanesi, i loro discendenti.
Si potrebbe dedurre che gli Illiri sono una delle più numerose ed antiche popolazini dell'antica Europa, ha occupato la parte occidentale della penisola balcanica.

Le prime informazioni scritte sul Illiri può essere trovato in Omero. Nel quattordicesimo libro della Iliade, l'Paeonians sono citati come cavalieri che provengono da avere il loro fertili regioni sotto la guida di Asteroups, hanno preso parte alla guerra di Troia. Sempre secondo Omero, Ulisse sbarcati sulle coste fertili del Thesprotians al suo ritorno da Troia, ed è stata accolta con favore dal Phaedon, il loro generoso ed eroico re.


fonte : http://turismoinalbania.blogspot.com/2009/03/gli-illiri-e-le-verita-che-si-stanno.html

L'antico Epiro ,abitata dalle tribù degli illiri o degli greci ?

L'antico Epiro , che si trova nell'area geografica che attualmente comprende l'Albania del sud e la Grecia del nord e nell'antico Epiro era abitata dalle tribù illiriche (illiri) o dai elleni (greci ).
Che c'entrano ELLENI e ILLIRI.? .magari la divisione di una stessa famiglia?
Alcune università svedesi sostengono che gli ILLIRI furono la prima popolazione di quell'area.
Lo dimostrano tracce di cultura anche nel Italia meridionale dove alcune popolazioni si chiamavano la piana dei greci..oppure greci in quanto tutte le popolazioni che venivano dall'oltre adriatico venivano considerati greci ?

Si pensa che tra il ventesimo e il sedicesimo secolo a.C l'antico Epiro era abitato da diverse popolazioni mischiate, tra cui vi erano popolazioni di origine greca e alcune di origine illirica. Non sappiamo chi è subentrato per primo, se gli illiri o i greci, perchè era un misto di popoli appunto greci e provenienti dall'interno della penisola balcanica.
è normale che ci siano stati illiri, perchè essi provenivano dall'Illiria (che va dall'odierna Croazia all'Albania. Invece si pensa che i greci potessero venire dall'est.

fonte: http://turismoinalbania.blogspot.com/2009/02/lantico-epiro-abitata-dalle-tribu-degli.html

Napoli nei telegiornali greci

La tolleranza Greca contro i senza tetto

La Polizia in grecia contro i passanti

Lega nazionale degli studenti greci in Italia

In seguito al colpo di stato dei colonnelli greci del 21 aprile 1967, salutato con entusiasmo dai gruppi di estrema destra italiani, già nel giugno 1967 era stata fondata a Roma, con sedi nelle principali città universitarie italiane, l'Esesi (Etnikòs Syndesmos Ellinon Spudastòn Italias), la lega nazionale degli studenti greci in Italia.
L'Esesi fu subito punto di riferimento della giunta militare golpista di Atene, incaricata dell'attività propagandistica in favore del nuovo governo e della "vigilanza morale sul credo nazionale degli studenti greci in Italia": in sostanza quindi con un compito di controllo di schedatura degli studenti greci antifascisti residenti in Italia.
In più occasioni, fra cui a Pisa nell'ottobre 1969, cercheranno unitamente a neofascisti italiani di impedire con la violenza iniziative indette dalle associazioni degli studenti ellenici contrarie al regime dei colonnelli.

fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Lega_nazionale_degli_studenti_greci_in_Italia

Gli Arvaniti in Grecia

In Grecia 2 milioni di Arvaniti vogliono lo status di minoranza linguistica
A gennaio dell'anno 2004 la stampa albanese voleva pubblicare un intervista che il giornalista Luan Kondi aveva fatto a Sheriff Delvina .per quanto riguarda le minoranze che sono in Albania e Grecia.

Ecco l'intervista
Il problema delle minoranze in Albania e Grecia Sherif Delvina , lo studioso della storia dice che lo stato greco non riconosce gli arvaniti e i Cham.
Egli spiega che queste 2 minoranze dovrebbero essere 2 minoranze nazionali , invece loro non hanno diritti, partendo dalla negazione del riconoscimento della lingua.
Successivamente lo storico racconta anche delle pressioni sugli intellettuali e gli studiosi albanesi per quanto riguarda il tema dell minoranze in Albania e in Grecia le quali non sono trattate allo stesso livello.
Delvina spiega anche alcune lacune greche per quanto riguarda la questione delle minoranze in Albania.
Egli propone e incoraggia gli storici albanesi e non solo di poter prepararsi bene per il confronto con le rappresentanze greche per tale questione.
Egli dichiara che gli arvaniti , che sono circa 2.3 milioni devono essere riconosciuti dagli greci almeno come minoranza linguista. Fino ad Oggi gli arvanitinon hanno avuto il coraggio e l'appoggio necessario per dichiararsi come minoranza.
Gli arvaniti sono albanesi. La Grecia oggi è abitata da turchi e slavi.Gli albanesi possono essere fieri delle proprie origini e oggi gli albanesi vogliono appoggiare le minoranze in Grecia.



Per chi non lo sapesse Gli arvaniti sono:
fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Arvaniti
Gli Arvaniti sono una popolazione di lingua albanese e prevalentemente di religione cristiana ortodossa stanziata nel nord della Grecia, regione dell'Epiro (Epir in albanese). Questa popolazione ha radici fin dai tempi delle guerre tra città greche. È una popolazione autoctona e vive in tutta la Grecia particolarmente nella capitale e nel Peloponneso. Parte di questa popolazione è emigrata in Italia (in Magna Grecia).

L'arvanitico rappresenta un dialetto albanese, probabilmente molto simile ad un ipotetico proto-albanese comune, con forti influssi dalla lingua greca, appartenente al sottogruppo "tosco". Gli Arvaniti non hanno tuttavia ottenuto dallo stato greco lo status di minoranza linguistica riconosciuta come in Italia.

Nel XVIII secolo, la comunità arvanitica raggiunse una certa autonomia con il patriarcato di Ioannina e il governatore turco Ali Pashe Tepelena.

La presenza della comunità di lingua albanese è particolarmente problematica nell'ambito dei rapporti tra Grecia e Albania e dei forti sentimenti nazionalistici coinvolti. La presenza di una recente e massiccia immigrazione albanese nelle regioni della Grecia settentrionale complica ulteriormente la questione.

fonte http://turismoinalbania.blogspot.com/2009/04/in-grecia-2-milioni-di-arvaniti.html

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