La Grecia è uno stato dell'Europa meridionale, il cui territorio coincide in gran parte con l'estremo lembo sud della penisola balcanica. È considerata la culla della democrazia, del pensiero e della civiltà occidentale.

Confina a Nord con Albania, Macedonia e Bulgaria, oltre che con la Turchia a nord-est.
Il nome originale della Grecia in lingua greca è Ελλάς = Ellás .


La Mafia Greca in Albania nel 1997

Albania: chi c’è sotto la piramide?
05.04.2005 scrive Artan Puto

Piramidi finanziarie. Una frode colossale attraverso la quale erano stati derubati, tra il 1996 ed il 1997, migliaia di risparmiatori albanesi. Ora, in seguito a nuovi elementi emersi, si ritorna a parlarne. All'orizzonte le elezioni parlamentari della prossima estate
Piramidi In questi giorni la stampa albanese ha riportato all'attenzione del proprio pubblico la questione degli schemi finanziari piramidali. Il loro crollo, nel 1997, causò oltre alla rovina economica di migliaia di creditori ed una forte crisi dello Stato albanese, anche circa 2500 vittime negli scontri violenti che ne nacquero.

L'attenzione viene nuovamente posta su queste speculazioni finanziarie dopo che sono emerse notizie in merito a trasferimenti di denaro che i responsabili di queste cosiddette "piramidi" avrebbero effettuato verso l'estero in seguito al loro fallimento. Ne sono nati numerosi dibattiti sulle responsabilità di ieri e di oggi.

La stampa greca nel mese di marzo ha pubblicato articoli in merito al trasferimento in Grecia, nel 1997, di denaro proveniente dall'Albania. Secondo i media greci nell'affare sarebbero coinvolti funzionari greci ed albanesi. In un articolo del 18 marzo scorso, dal titolo "I soldi di VEFA in Grecia, il governo Simitis era informato" del giornale albanese Shekulli – che si è basato su informazioni prese dal giornale greco Apojmatini - si scrive che l'ex primo ministro greco Costas Simitis ed i ministri degli Interni, dell'Economia e della Difesa Nazionale ben conoscevano il fenomeno degli schemi piramidali in Albania ed i trasferimenti di enormi somme di denaro in Grecia.

Gli articoli fanno riferimento in particolare ai legami tra il boss dello schema piramidale "VEFA" Vehbi Alimuçaj e l'agente dei servizi segreti greci Apostolos Vavilis. Quest'ultimo, che adesso è latitante e ricercato dalla polizia greca, è riuscito a trasferire verso la Grecia nel 1996-97 circa 800.000 dollari. Vavilis e accusato dalla procura greca di riciclaggio di denaro sporco in Italia, Ungheria e Grecia, e - ad iniziare dal 1997 - di traffico di droga. Nell'autunno del 1996 il boss di VEFA Vehbi Alimuçaj, tramite Vavilis, avrebbe anche acquistato una villa nel quartiere più ricco di Atene, "Hekali".

Nel frattempo, secondo il giornale Shekulli, nel giugno del 1997 un cittadino albanese ha depositato in una banca greca, a Janina, 5.5 miliardi di dracme (circa 25 milioni di dollari). Il trasferimento è stato comunicato alla polizia greca con 8 mesi di ritardo. Un altro trasferimento di denaro di circa 10 milioni di dollari è stato fatto, secondo il giornale albanese Panorama (18.03.2005), dal deputato albanese Kristo Goxhi (del partito della minoranza greca) per conto dell'altro schema piramidale "Cenaj". Il deputato albanese ha ammesso al giornale Panorama (18.03.2005) di aver fatto tale trasferimento. "Tutti noi, chi di più e chi di meno, ha perso soldi negli schemi piramidali. Io ammetto di aver fatto un trasferimento di denaro per conto dello schema "Cenaj". Il trasferimento è del tutto legittimo. I soldi erano di "Cenaj". La giustizia albanese è a conoscenza del fatto. Lefter Cenaj (il boss dello schema, ndr) era mio amico ed io suo creditore. Non ho avuto mai legami con ministri albanesi. Non conosco neppure l'agente greco Vavilis".

La questione degli schemi piramidali è divenuta oggetto di scontro politico nella stessa Grecia. Il giornale greco di destra Apojmatini, che ha pubblicato le notizie sugli schemi piramidali albanesi, tende a mettere in evidenza il coinvolgimento dell'ex governo socialista di Simitis nell'affare dei trasferimenti di denaro sporco dall'Albania alla Grecia. Ed il giornale albanese Panorama (18.03.2005) nel suo articolo "Tre ministri greci negli affari della piramide "VEFA", scrive anche di questo.

La stessa cosa sta accadendo comunque anche in Albania. Il dibattito emerso in Grecia sta per essere usato dai due più grandi partiti albanesi, il partito socialista ed il partito democratico, per trarne vantaggi politici. Alla vigilia delle elezioni parlamentari, che si svolgeranno quest'estate, i due partiti si stanno accusando a vicenda sulle responsabilità a riguardo degli schemi piramidali durante gli anni delle loro attività 1995-97 e dopo il loro fallimento nel 1997.

In un articolo pubblicato lo scorso 13 marzo da Panorama si afferma che i membri della commissione parlamentare albanese che si occupa delle indagini sulle piramidi hanno accusato Fahrudin Arapi, amministratore provvisorio messo a capo delle piramidi dopo che i conti di queste ultime furono blocati nel 1997, di ostacolare la verità su quanto è accaduto.

I memebri della commissione appartenenti all'opposizione hanno inoltre accusato Arapi di aver tolto dalle liste dei creditori i nomi delle persone che hanno sottratto enormi some di denaro dai conti bancari degli schemi piramidali, facendone poi sparire le tracce. Secondo lo stesso giornale il danno economico recato dagli amministratori statali durante l'amministrazione provvisoria istituita dopo l'arrivo al potere del partito socialista nel 1997 con il compito di gestire le proprietà degli schemi piramidali dopo il loro fallimento, ammonterebbe a 200 milioni di dollari.

Questa cifra comprende i trasferimenti effettuati nonostante i conti delle piramidi fossero bloccati e la vendita delle proprietà di queste ultime a prezzi molto bassi. Il deputato dell'opposizione di destra all'attuale governo nonché membro della Commissione sulla trasparenza, Preç Zogaj, ha fatto appello allo Stato albanese affinché si impegni ad investigare quanto affermato dalla stampa greca ed a far luce su dove siano finiti i soldi delle piramidi.

"I soldi degli schemi piramidali, e sopratutto di "Gjallica", sono all'estero. Ci sono delle società greche e italiane che hanno ancora nei loro conti soldi delle piramidi albanesi ed è paradossale che il governo non abbia fatto niente per recuperare questo capitale", ha affermato Zogaj al giornale Panorama (18.03.2005). L'opposizione di destra accusa inoltre l'attuale Ministro delle finanze, Arben Malaj, di aver effettuato lui stesso trasferimenti di denaro.

Secondo quanto riportato da un altro quotidiano, Korrieri (19.03.2005), il portavoce del partito democratico Edi Paloka, accusando il Ministro socialista delle finanze Arben Malaj, durante una conferenza stampa, avrebbe affermato che "i milioni di dollari dei quali si parla sono solo una piccola parte dei milioni che hanno rubato i governanti di oggi. Non sono solo i soldi della piramide "Cenaj" ad essere stati trasferiti dall'attuale Ministro socialista Malaj, ma anche altri milioni che sono passati ad essere da proprietà pubblica a proprietà privata di questi politici".

Fahrudin Arapi, amministratore provvisorio delle piramidi a partire dal 1997, ha risposto alle accuse definendole come un "attacco al processo di trasparenza che si sta mettendo in atto sugli schemi piramidali. La reazione di persone che hanno legami con gli ex boss di queste schemi".

In un articolo scritto di suo pugno e pubblicato su Panorama (13.03.2005) con il titolo "Arapi: le proprietà delle piramidi in Grecia, Italia ed Ungheria", l'amministratore statale Arapi ha inoltre informato i creditori che riavranno solo l'11% dei loro soldi ed ha promesso di avviare indagini anche in altri Paesi, come in Grecia, Ungheria ed Italia. Anche il ministro delle finanze Arben Malaj ha risposto alle accuse che gli sono state mosse ed ha affermato di non aver mai fatto "alcun trasferimento d denaro appartenente agli schemi piramidali od aver dato assistenza in tal senso" ( Panorama, 18.03.2005).

Nel frattempo il quotidiano Korrieri (22.03.2005) ha fatto sapere che la procura albanese della repubblica ha inviato un gruppo di magistrati in Grecia ed in Svizzera per avviare accertamenti su banche locali.

Nel suo approfondimento su questo fatto il giornale Shekulli (19.03.2005) sottolinea che gli schemi piramidali hanno di fatto rubato denaro agli albanesi trasferendolo poi all'estero. L'autore dell'articolo poi specifica di come molte persone coinvolte nella questione piramidi si trovino oggi a ricoprire incarichi di prestigio, nelle istituzioni statali ma anche ad esempio nei media. La conclusione del giornale è che difficilmente emergerà la verità sulle piramidi perché i loro protagonisti sono tutt'ora in politica.

Il nuovo dibattito sulle piramidi nei media albanesi ha dimostrato ancora una volta come i governanti albanesi abbiano abusato della gente, prima nel permettere che questi schemi finanziari venissero creati, e poi addirittura facendo sparire i pochi soldi che non si erano ancora volatilizzati. Le dimensioni dell'abuso sono chiarite da un breve estratto dal giornale Panorama (13.03.2005), secondo il quale all'inizio del 1996 presso gli schemi finanziari piramidali sarebbero stati depositati 260 milioni di dollari, mentre nell'ottobre del 1996 (due mesi prima della loro chiusura) circa 1,2 miliardi di dollari. Un anno dopo nei conti bancari delle schemi piramidali sono stati trovati solo 9 milioni di dollari.

Il dibattito purtroppo rischia di finire come spesso accade in un semplice scontro politico tra i due maggiori partiti albanesi in vista della sfida elettorale della prossima estate.
fonte :http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/4061/1/41

Grecia: crolla mercato auto, - 50%

Grecia: crolla mercato auto, - 50%
E' invece aumentata la vendita di auto di lusso
(ANSA) - ATENE, 7 MAG - Il mercato dell'auto in Grecia ha subito in aprile un vero e proprio tracollo rispetto allo stesso mese del 2008. Le vendite di automobili nuove sono diminuite del 49,3%,informa l'Istituto nazionale di statistica. Sono invece aumentate le vendite di auto di lusso.Il crollo e' avvenuto malgrado le misure prese dal governo a favore del settore fra cui la riduzione del 50% sulla tassa di registrazione.Per gli esperti l'impatto delle misure potrebbe evidenziarsi in maggio.

fonte : http://www.ansa.it/

La mafia russa in Italia

La mafia russa in Italia
La mafia russa, potenzialmente la più pericolosa del mondo, sta sviluppando, con incredibile rapidità, le sue attività delinquenziali nel nostro paese
La mafia russa si è fortificata dopo la caduta del muro di Berlino, con una rapidità superiore ad ogni immaginazione. E’ una mafia che utilizza una dose di violenza senza pari, con criminali spietati e senza scrupoli. Si pensi, a mo’ d’esempio, che nel 1996 giungeva al punto di compiere una strage in un cimitero di Mosca, provocando tredici morti e trenta feriti, per decimare le fila della “Fondazione degli invalidi della guerra dell’Afghanistan”, una delle poche strutture che hanno diritto di non pagare le tasse, in quel paese, con lo scopo di sostituire via via dirigenti degli “invalidi” con propri uomini. In Italia la mafia russa si occupa di prostituzione (non casualmente sono presenti soprattutto donne), di comprovendite commerciali, di riciclare danaro sporco, di traffico clandestino di persone, che ricompensano la mafia con una cifra che oscilla fra le 200.000 e il milione e mezzo di lire. La mafia russa è strutturata in bande, e a seconda dell’etnia, si è specializzata in determinati crimini: i georgiani nel campo delle estorsioni, i ceceni in quello della droga, i tagichi nelle rapine e tutti insieme nel settore bancario. La mafia russa in Italia è estremamente feroce, sia nei confronti dei russi che non rispettano le regole, che nei riguardi dei loro nemici o di uomini di altre organizzazioni criminali. La mafia russa, anche per ciò che concerne il contrabbando e traffici nel settore militare, ha stretto rapporti d’affari pure con la mafia calabrese, dimostrando di saper avere nel proprio arco le frecce di una delinquenza che va dai reati meno complessi, come la prostituzione, a quelli più raffinati, come il materiale radioattivo.

fonte : http://guide.supereva.it/organizzazioni_criminali/interventi/2000/07/8850.shtml

Mafia russa e mafia cinese in Toscana

A differenza che nel passato il problema dell'infiltrazione della mafia russa nella nostra economia ha attirato maggiormente l'attenzione dell'opinione pubblica. Lo dimostra il fatto che nel giugno 2005 il quotidiano “La Nazione” si è occupato del problema. Più di recente il giornalista de “La Repubblica” Ferruccio Sansa ha collegato il riciclo del denaro sporco da parte della mafia russa - relativamente alla Romagna, alla Liguria ed alla Toscana - agli scandali finanziari della BPI. I passaggi dei c.d. “speculatori immobiliaristi” oggetto delle recenti cronache giudiziarie nella nostra regione devono destare attenzione.
Le zone a maggior rischio rimangono oltre alle coste, Forte dei Marmi, l'Isola D'Elba, Montecatini e la città di Firenze. Il recente ingresso in Toscana di società russe assieme alla ricchezza locale può favorire, si badi bene involontariamente e non necessariamente, un indotto criminale gestito dalla mafia russa. A Firenze, in particolare, continua la presenza di numerose donne russe di mezz'età che dormono in alberghi ordinari per non dare nell'occhio. Occorre verificare la liceità della loro permanenza in quanto potrebbero essere delle avanguardie della mafia russa per degli investimenti immobiliari. Si segnala inoltre l'attitudine di questa forma mafiosa nel controllare i night e la relativa prostituzione.
Uno dei settori in cui la mafia russa investe è quello alberghiero. E’ necessario verificare chi in questo momento acquisisce sul territorio toscano le strutture alberghiere.
In conclusione anche per il 2007 ed in prospettiva per il 2008 la Fondazione Caponnetto considera la mafia russa un'organizzazione in forte espansione che non va in alcun modo sottovalutata.
Mafia Cinese in Toscana. La mafia cinese è presente in modo significativo e stabile nella Regione Toscana. Come già accennato nel rapporto dell'anno scorso la mafia cinese è divisa in triadi, strutture orizzontali, in contatto tra loro che controllano in modo capillare tutte le attività economiche delle comunità cinesi. Sono comunque apparse anche delle bande organizzate di giovani e giovanissimi, vere e proprie gang, che per il momento non si sono opposte alle triadi ma che al contrario ne vengono utilizzati. La situazione però va tenuta sotto controllo in quanto non è detto che in futuro possa esserci una contrapposizione fra queste due forme criminali. Le triadi hanno uno spiccato senso del controllo del territorio delle varie chinatown toscane. Le attività che la mafia cinese svolge sono le più varie: lo sfruttamento dei clandestini e della manodopera, il gioco d’azzardo, la prostituzione, il narcotraffico ed il racket. Lo sfruttamento della prostituzione è aumentato in misura considerevole come lo si può desumere dall'aumento del numero delle case chiuse gestite da donne cinesi. La prostituzione cinese si è oramai ritagliata una fetta di mercato considerevole.



L'intimidazione delle triadi nei confronti, per il momento, dei propri concittadini avviene solitamente attraverso gesti eclatanti quali i sequestri di persona o le rapine accompagnate da pestaggi e violenze carnali. Si sono inoltre verificati, fatto inusuale per il nostro territorio, alcuni omicidi di donne cinesi e di un giocatore d'azzardo. Il verificarsi delle rapine rappresenta spesso il primo campanello d'allarme che deve far pensare alla presenza dell'organizzazione mafiosa sul territorio o perlomeno delle gang. In particolare in Toscana le Triadi sono presenti a Firenze, Prato, Empoli e nella zona delle concerie tra Pisa e Firenze. La presenza è comunque diffusa un po' in tutto il territorio toscano e l'autorità giudiziaria ne è ben consapevole al punto che la DDA è intervenuta più volte compiendo arresti e disarticolando la struttura di alcune triadi. Sono stati inoltre sequestrati i primi beni ai mafiosi cinesi. Si rafforza rispetto al passato la notevole capacità di riciclare il denaro sporco in modo rapido acquisendo esercizi commerciali ed immobili. Una delle attività predilette della mafia cinese è quella della contraffazione favorita dall'enorme produzione di manufatti in violazione del rispetto delle più elementari regole di diritto. La qualità dei capi cinesi risulta in aumento e probabilmente in futuro si assisterà anche al superamento in parte della contraffazione per lavorare indirettamente ed inconsapevolmente mediante triangolazioni di manodopera per i marchi famosi.
Molto probabilmente le Triadi gestiscono anche gli ospedali cinesi clandestini.

Dal rapporto DIA 1° sem. 2007:
In Toscana, le indagini sui sodalizi criminali costituiti da immigrati cinesi continuano ad essere incentrate sulle medesime tipologie delittuose, che hanno costituito oggetto delle pregresse inchieste, vale a dire il favoreggiamento e la pratica dell’immigrazione clandestina, il sequestro di persona, lo sfruttamento della mano d’opera giovanile e femminile, specie quella clandestina, la falsificazione e l’uso di documenti falsi, le risse e le lesioni personali con armi bianche, le rapine e le estorsioni, il traffico di stupefacenti nonché, in casi più isolati ed estremi, l’omicidio.
Tali tipologie delittuose, a causa di molteplici fattori, quali la visione isolazionista, la barriera linguistica, il perdurare di atteggiamenti non aperti all’integrazione nella comunità ospitante, la pratica del lavoro a cottimo nelle attività artigianali e della ricerca del guadagno a tutti i costi (congiunti, in alcuni casi, alla tendenza a ricercare risposte economiche, anche illecite, all’interno della medesima compagine etnica), denotano come la comunità cinese sia ancora una sorta di microcosmo anecogeno, nel quale è forte l’influsso di segmenti palesemente devianti. I sentimenti di diffidenza nei confronti delle istituzioni sociali provocano atteggiamenti omertosi, che favoriscono il rinnovarsi delle bande giovanili, ormai considerate vere schegge incontrollabili ed instabili sul piano organizzativo, in continuo movimento e dedite alla commissione, in forma associata, dei reati descritti. La complessiva attività investigativa svolta nell’ambito di diversi procedimenti penali ha permesso di enucleare e/o di avere conferma di alcune costanti:
- in taluni casi, i sodalizi criminali attenzionati hanno evidenziato le caratteristiche proprie dell’associazione mafiosa, quali la forza di intimidazione del sodalizio;
- l’immigrazione clandestina è collegata al fenomeno del sequestro di persona. Sovente, infatti, è stato accertato che le bande concorrenti effettuano sequestri reciproci di clandestini;
- il traffico di immigrati clandestini costituisce, di fatto, un “traffico di schiavi”, con una vera e propria attività di “compravendita” di esseri umani a fini di brutale profitto;
- il clandestino che giunge in Italia rimane strettamente assoggettato al vincolo del debito da estinguere con chi ha pagato il prezzo della sua “liberazione”, o meglio, del suo “riscatto”: ciò avviene attraverso il lavoro nelle aziende, tessili e di pelletteria, di proprietà di
connazionali, con la costrizione a subire orari di lavoro interminabili, con una retribuzione certamente inadeguata e non proporzionata alle prestazioni lavorative, in condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza praticamente inesistenti;
- rapine, furti ed estorsioni sono reati interni alla comunità, consumati da cinesi a danno di altri cinesi;
- anche lo sfruttamento della prostituzione ed il traffico di stupefacenti sono in grande maggioranza reati intraspecifici.
In conclusione anche per il 2007 ed in prospettiva per il 2008 la Fondazione Caponnetto considera la mafia cinese un'organizzazione molto forte sempre più in grado di controllare il territorio. Anch'essa non va in alcun modo sottovalutata.
Fondazione Caponnetto

scritto sul sito di Beppe Grillo
http://www.grillonews.com/

Grecia. Governo rischia la crisi per uno scandalo di corruzione

Grecia. Governo rischia la crisi per uno scandalo di corruzione

4 Maggio 2009 Il governo greco affronta oggi un voto cruciale in Parlamento su uno scandalo di corruzione che potrebbe costringere il premier Costas Karamanlis a elezioni anticipate in un momento in cui tutti i sondaggi danno il suo partito nettamente sfavorito.

L'assemblea unicamerale deve infatti decidere, in una votazione segreta che si concluderà questa notte, se procedere o meno per corruzione nei confronti dell'ex ministro e deputato del partito di centrodestra al potere Nuova Democrazia (Nd), Aristoteles Pavlidis, il cui seggio è vitale per la tenuta dell'esigua maggioranza di un voto. Pavlidis, ex ministro dell'Egeo nel primo governo Karamanlis, è accusato da un armatore di avergli estorto 100.000 euro per la concessione di alcune rotte per i traghetti verso le isole.

Il sospettato nega, ma elementi accusatori emersi hanno provocato una spaccatura nella Commissione d'inchiesta che non è riuscita a stilare un rapporto conclusivo. In seno alla Commissione, composta da 13 deputati, tutti e 6 gli esponenti dell'opposizione, sia di destra e di sinistra, convinti dai movimenti sospetti in alcuni conti bancari, hanno stilato ognuno un proprio rapporto in cui si chiede l'apertura di un processo speciale contro Pavlidis. I 7 deputati di Nd si sono schierati invece a difesa dell'ex ministro, sostenendo che non ci sono prove sufficienti.

Una situazione che ha consentito al partito del premier di rinviare la resa dei conti, ma non il voto parlamentare che oggi deciderà la sorte di Pavlidis, insieme forse a quella del governo. Se infatti venisse concessa l'autorizzazione a procedere e il deputato non si dimettesse, ciò getterebbe una pesante ombra sulla legittimità della fragile maggioranza di 151 deputati su 300 che potrebbe andare avanti solo contando sul voto di un rappresentate sospetto di cui gran parte dei Greci, ma anche della stessa Nd, vuole l'uscita di scena. E Karamanlis, secondo gli analisti, sarebbe costretto a indire nuove elezioni. Cosa che il premier vuole evitare soprattutto in un momento in cui il partito, già indebolito da altri scandali, dalle proteste violente di piazza e dalle difficoltà della crisi globale, nei sondaggi è almeno tre punti dietro al socialista Pasok.

Ma i sondaggi lasciano anche intravedere la stanchezza degli elettori verso entrambi i partiti: un sentimento che ha apparentemente spinto il leader del Pasok Giorgio Papandreou a dichiarare che "la lotta alla corruzione è un dovere nazionale" e ad invitare Karamanlis ad agire insieme per riformare il Paese. Il risultato inconcludente della Commissione sembra suggerire che oggi Nd, malgrado la "libertà di coscienza" concessa ai deputati, riuscirà a evitare l'incriminazione di Pavlidis. Ma la maggioranza degli osservatori sembra convinta che se il voto sarà salvifico, Karamanlis costringerà l'ex ministro alle dimissioni sostituendolo con il primo dei non eletti ed evitando, almeno per il momento, la crisi.

fonte : http://www.loccidentale.it/articolo/grecia.+governo+rischia+la+crisi+per+uno+scandalo+di+corruzione.0070855

Grecia: nel primo trimestre -20% di turisti ad Atene

Grecia: nel primo trimestre -20% di turisti ad Atene
Secondo l'Exa una delle cause è la crisi economica mondiale


Calo del 20% dei turisti in Grecia per il primo trimestre del 2009. Secondo quanto reso noto l'Associazione degli albergatori dell'Attica (Exa), la causa è da attribuirsi alla crisi economica e se il declino si manterrà durante tutto l'anno potrebbero perdersi 15mila posti di lavoro e le entrate ridursi di 500 milioni di euro. Secondo gli analisti, sul piano nazionale il turismo, che rappresenta il 17% del Pil greco ed occupa un quinto della popolazione attiva, potrebbe contrarsi quest'anno, malgrado le misure prese dal governo, fra il 10 e il 20%, contribuendo alla forte riduzione della crescita economica. Dopo anni di incremento al 4% il Pil dovrebbe registrare secondo le previsioni un tasso vicino allo zero.

Fonte: http://www.travelnostop.com/news.aspx?id=63302